The organization of an expedition is one of the most interesting activities of the Seaplane Team.
In May 2018 a flight from Trieste to the Croatian island of Losinj was organized, to celebrate the operations of the SISA.
The SISA, the first commercial company in Italy, started in 1926 air services from Turin to Trieste and later within many locations on the Adriatic Sea.
Several international flights between the port of Trieste, in Italy, and the port of Losinj, in Croatia were performed.
Here is an article, in Italian, describing the expedition.
Dopo la ripetizione celebrativa dei voli della SISA tra Trieste e Torino che l’Aero Club Como ha compiuto nel 2016, dopo il volo Trieste-Zara del 2017, la collaborazione tra Aero Club Como e l’associazione Gianni Widmer, capitanata da Egidio Braicovich, ha prodotto in questo maggio 2018 un altro interessante evento: la rievocazione dei voli, sempre effettuati dalla SISA, a partire dalla metà degli anni Venti, tra Trieste e Lussino.
Un viaggio nella storia del volo idro e della famiglia Cosulich
Questo volo celebrativo ha rivestito particolare importanza per vari motivi. Il primo è che Lussino è la terra natale della famiglia Cosulich, le cui origini si perdono nel tempo, ma sono documentate fin dal Cinquecento.
Armatori, fondatori e proprietari dei Cantieri Navali Triestini di Monfalcone (oggi Fincantieri), i Cosulich diedero vita nei primi anni Venti alla SISA – Società Italiana Servizi Aerei, la prima compagnia commerciale italiana, che avviò le prime linee aeree nel nostro Paese.
La società fu fondata proprio a Lussinpiccolo, nel 1921, da Callisto (a sinistra 1847-1918), Fausto (1845-1908) e Alberto Cosulich (a destra, 1848-1927).
Più avanti una breve storia della Compagnia e un video preparato dall’Aeronautica Militare con una presentazione delle prime operazioni.
Clicca qui per leggere la storia della famiglia Cosulich, preparata dall’Istituto Treccani.
Il fascino della “prima volta”
Altro elemento di rilievo di questa operazione – almeno per noi piloti di Como – è che un idrovolante comasco si è posato per la prima volta sulle acque di Lussino. Ciò risponde a uno degli scopi fondamentali della nostra attività: diffondere il volo idro in Europa e nel Mediterraneo, per far conoscere i vantaggi e il fascino dell’idrovolante sia come mezzo di trasporto sia come mezzo per voli di piacere e strumento di scoperta di territori.
Per un pilota idro ammarare per la prima volta una superficie è emozionante. Sovente – come nel caso qui desritto – l’evento è preceduto da una serie di ricerche e di rapporti con una moltitudine di enti, che fanno intendere il finale ammaraggio come il raggiungimento di una Terra Promessa.
Poi ci sono gli aspetti operativi, Una superficie che non accoglie regolarmente idrovolanti presenta vari elementi di rischio, oggetto di una complessa organizzazione preventiva e di un’attenta valutazione proprio nei momenti precedenti l’ammaraggio.
L’emozione è maggiore se il sito è in un’area inurbata di interesse storico, meglio ancora se immersa in un ambiente naturale gradevole, che è proprio il caso di Lussino.
Un territorio ideale per gli idrovolanti
Trieste, l’Istria e la Dalmazia sono un ideale teatro di operazioni per gli idrovolanti anche solo per la seguente caratteristica: presentano una moltitudine di città e punti di interesse entro un raggio non eccessivamente esteso, ma raggiungibili con difficoltà con mezzi di superficie. Questo fece la fortuna della SISA quasi un secolo fa e potrebbe fare la fortuna di una compagnia operante con di idrovolanti anche al giorno d’oggi.
Una possibilità, questa, giudicata di estremo interesse dalla comunità locale di Lussino, che ambisce da un lato a disporre di un mezzo di collegamento rapido con il “continente”, con le altre località costiere della Croazia ed eventualmente con città italiane e dall’altro a qualificare verso l’alto i servizi da offrire alla classe dei visitatori più esigenti.
In realtà l’esperimento è già stato fatto recentemente, dall’ECA, European Coastal Airlines, ma ha presto avuto fine per una serie di motivi la cui analisi trascende lo scopo di questo scritto. Fatto sta che la stagione di voli offerti con tre De Havilland Twin Otter (a sinistra, nel porto di Lussino) ha avuto presto fine.
Lussino è un sito ideale per gli idrovolanti. La grande baia ridossata permette decolli e ammaraggi agevoli e senza rischi, oltre che confortevoli per i passeggeri, anche in presenza di un certo “mare” sulle coste esterne dell’isola (vedi video più avanti). Non stentiamo a credere che Ottaviano Augusto abbia ricoverato per mesi una flotta di navi in questo stupendo porto naturale.
Inoltre Lussino risponde all’altro criterio che noi piloti di idrovolanti applichiamo regolarmente: se negli anni Venti-Trenta c’era un idroscalo vuol dire che il posto “va bene”.
Il vaut le voyage
Lussino ha un’altra caratteristica, cara a chi, come noi comaschi, è abituato a vivere in luoghi di eccezionale bellezza: è bella (scusate la ripetizione, ma non c’è termine più significativo). Tutta seni e golfi, ha un rilievo dolce ma vario, una vegetazione lussureggiante e un’antropizzazione discreta e gradevole. Vi si respira la più pura e deliziosa aria mediterranea, anche in senso letterale, tanto da richiamare per soggiorni curativi gli affetti da allergie.
Un elemento di modernità, che ad alcuni potrebbe apparire come un po’ forzato, è il grandioso e lussuosissimo Hotel Bellevue, immerso in un parco di pini secolari, sulla amenissima baia di Cigale, proprio a fianco di una villa che l’imperatore d’Austria regalò a una sua amante. Lo si vede nel video presente in questo sito, ripreso dal nostro idrovolante durante il sorvolo prima dell’ammaraggio.
Lussino ha una storia ricca, ma a tratti anche estremamente tormentata: da Venezia agli austro-ungarici, poi agli italiani, agli iugoslavi e infine al suo status attuale croato, per citare solo le ultime fasi. Ma è ancora vivo il ricordo del drammatico periodo subito seguente la seconda guerra mondiale, con la fuoriuscita degli italiani, e dei terribili eventi bellici degli anni Novanta.
Retaggio della civiltà romana è una vera perla: l’Apoxyomenos o Atleta di Lussino, una stupenda statua greca in bronzo del II-I secolo a.C., recuperata su un fondale al largo dell’isola, visibile in un modernissimo museo interamente costruito attorno a questo unico pezzo. Al restauro hanno partecipato vari esperti italiani. Ci ha fatto piacere conoscere che hanno partecipato anche esperti dei Musei Civici di Como.
Clicca qui per visitare il sito del Museo dell’Apoxyómenos.
Lussino ha anche un Museo Storico Sottomarino, visitabile se si è attrezzati come sub, e un Museo Civico, che vale la pena di visitare. Nella baia di Lussingrande si può visitare un antico frantoio.
Clicca qui per visitare il sito dell’Ente per il turismo della città di Mali Lošinj.
A Lussino per celebrare le glorie della SISA
Ma veniamo ora al nostro viaggio. Organizzato dal già citato Egidio Braicovich, che ha operato anche come copilota, ha avuto il patrocinio del Comune di Trieste, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’associazione CieloMare Gianni Widmer, dal nome del celebre pilota che tanto fece per diffondere l’aviazione in quest’area, dell’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata, della Comunità di Lussinpiccolo di Trieste, della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo, del Comune di Lussino, dell’Associazione Arma Aeronautica di trieste, dello Yacht Club Adriaco. Essenziale la collaborazione dell’Ente per il turismo della città di Mali Lošinj, di Aurora Viaggi di Trieste, Banca Generali, Urbanware, Sangiusto, Trieste Terminal Passeggeri e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Orientale – Porto di Trieste.
L’occasione è stata l’inaugurazione della mostra “Su e zò per l’aria”, riedizione di quella già esposta a Trieste dal titolo “Sisa-Trieste e Lussino al volo fra gli anni ’20 e gli anni ’30”.
Qui sopra, l’articolo de La Voce del Popolo, prestigioso quotidiano degli italiani residenti in Istria e Dalmazia, che ha estesamente descritto l’iniziativa.
La presentazione è stata introdotta dal sindaco di Lussino, signora Ana Kučić, in perfetto italiano, da Dalibor Cvitković, responsabile dell’Ente per il turismo della città di Mali Lošinj, e da Egidio Braicovich.
Sono intervenuti Anna Maria Saganić, presidente della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo, la scrittrice e storica Rita Cramer e Licia Giadrossi, segretaria della Comunità di Lussinpiccolo di Trieste.
Lo scrivente è intervenuto, sottolineando le speciali caratteristiche degli idrovolanti: poter operare senza richiedere investimenti per infrastrutture e lasciando l’ambiente intatto dopo il passaggio.
È anche stato raccontato quanto l’interesse per l’aviazione idro sia in crescita in tutti i Paesi del mondo in cui l’acqua è abbondante e che intendono sviluppare il turismo.
È poi intervenuta Giovanna Cosulich (nell’immagine qui a fianco, con lo scrivente Cesare Baj), nipote di Antonio Nicolò (1875-1957), a sua volta figlio del già citato Callisto, uno dei fondatori della SISA. Giovanna, che recentemente ha scelto Lussinpiccolo come sua residenza permanente, ha letto una bella relazione sulla storia della compagnia, redatta dal cugino Andrea, riportata più avanti.
I voli da Como a Trieste e Lussino
Per quanto attiene ai voli, la trasferta da Como a Trieste ha richiesto circa due ore, con ormeggio alla boa davanti a Piazza Unità d’Italia. Equipaggio: Cesare Baj e Egidio Braicovich. In questa prima tratta era presente a bordo anche una allieva dell’Istituto navale, che ha potuto seguire la navigazione e, seduta al posto del copilota per circa un’ora, si è cimentata con ottimi risultati nel condurre l’aereo.
Dopo il rifornimento di carburante, grazie ai fusti di Avgas fatti precedentemente giungere a Trieste, l’idrovolante ha seguito una rotta prima costiera, via Portorose e Orsera, poi all’interno dell’Istria fino a Plomin, infine sul mare e lungo le isole di Cherso e Lussino.
Qui sotto, un breve video dell’arrivo a Lussino.
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Belle le visioni delle coste istriane e delle isole dalmate. Emozionante l’ammaraggio a Lussinpiccolo, per la citata bellezza del paesaggio naturale e la graziosità dell’abitato.
L’importanza del luogo nella storia del volo idro ha inevitabilmente aggiunto un pizzico di solennità all’evento. Le manovre condotte con il nostro Cessna o con il Cant 10ter di allora sono in fondo esattamente le stesse e questo ci ha fatto sentire in qualche modo, seppure in piccolissima misura, coprotagonisti dell’epopea della SISA.
Subito dopo, ripartenza per Trieste, per raccogliere altri passeggeri, e finalmente ultimo volo dell’intensa giornata da Trieste a Lussino. Fare due volte il percorso è affaticante, in particolare dopo il precedente lungo trasferimento, ma dà una bellissima sensazione: la completa famigliarità con il territorio sorvolato, con le sue particolarità, con i punti di riferimento, le rotte e gli spazi aerei, così come per le comunicazioni con i controllori di volo, ormai da considerare di routine. Per la cronaca, i controllori sloveni e croati sono molto amichevoli e collaborativi, evidentemente abituati a mettere a loro agio piloti di ogni nazionalità.
Curiosità: il volo è breve, ma comporta ben due passaggi di frontiere, dall’Italia alla Slovenia e da questa alla Croazia. Nella mappa (cliccaci sopra per ingrandire) i percorsi seguiti, che attraversano le zone di Ronchi dei Legionari, Portorose e Pola.
Clicca qui per vedere la carta delle idrosuperfici di Lussino, autorizzate dalla CCAA, l’autorità dell’aviazione civile croata, istituite per i voli dell’ECA e oggi chiuse. Per le nostre operazioni abbiamo ottenuto un permesso speciale.
Da menzionare la perfetta assistenza dell’autorità portuale di Lussinpiccolo, che ha facilitato in ogni modo l’approdo dell’idrovolante e il suo particolare ormeggio. Infatti, come è noto, le banchine dei porti non sono “approdabili” da idrovolanti, che richiedono pontili bassi o l’ormeggio a boe.
Purtroppo il porto di Lussinpiccolo, come quello di Zara visitato l’anno precedente, è sfornito di boe, segnando un piccolo passo indietro rispetto alla situazione del 1926, ben illustrata nell’immagine d’epoca qui sopra.
La soluzione è stato un ormeggio “distanziato” dalla banchina, grazie al gommone, gentilmente reso disponibile dall’autorità portuale. Questa ha adottato ogni misura affinché l’operazione si svolgesse ai massimi livelli di efficienza e sicurezza.
Ospite illustre a bordo
Il mattino seguente, prima di partire, abbiamo avuto il piacere di avere a bordo, graditissima ospite, Giovanna Cosulich. Suo nonno, se fosse stato informato da una veggente che una sua nipote dopo un secolo avrebbe volato su idrovolante da Lussino, non ci avrebbe trovato nulla di speciale. Infatti aveva appena fondato una compagnia operante con idrovolanti, con uno scalo proprio sull’isola. Ma farebbe fatica a immaginare quanto ciò sia in realtà eccezionale nel mondo di oggi, almeno per il momento, così come avrebbe ritenuto incredibili le vicende della storia europea, di Trieste e della Dalmazia nel secolo che si prospettava.
Una busta a ricordo del volo
Le associazioni promotrici hanno preparato una busta a ricordo del volo Trieste-Lussino.
Vi compaiono i loghi di tutti gli enti promotori e degli sponsor.
In conclusione…
Che cosa resta di questo viaggio? Tanto: la conoscenza di persone appassionate e votate a valorizzare le terre in cui vivono o che hanno eletto a loro residenza, una bella avventura che arricchisce l’album dei ricordi di noi che l’abbiamo vissuta e dell’Aero Club Como, le visioni degli stupendi territori sorvolati, il piacere di avere fornito uno stimolo alle comunità di Trieste e Lussinpiccolo per rinsaldare i loro rapporti e, infine ma non ultima per importanza, la voglia di tornare, magari non solo per una pur bellissima vacanza, ma, se le condizioni lo permettessero, per dare una continuità alle operazioni con idrovolanti in queste terre e su questi mari.
Giovanna Cosulich ci fa partecipi delle sue emozioni nel volo su Lussino
Volando sopra la mia terra
…Nelle favole che mi leggevano quando ero bambina ricordo che a un certo punto arrivava un principe che rapiva una fanciulla in groppa ad un bel cavallo bianco; nella mia favola il principe è arrivato un giorno in una magnifica baia dell’isola di Lussino su un piccolo idrovolante….
Abito a Lussino da tre mesi, ho voltato pagina dopo 58 anni vissuti a Genova.
Ho lasciato il mio lavoro e le mie figlie ormai cresciute, per venire nell’isola di Lussino, che amo profondamente.
La mia famiglia, lussiniana da generazioni sia da parte di padre, sia di madre, si è staccata definitivamente da questa terra durante l’esodo istriano dalmata senza mai più farne ritorno.
Il dolore è stato talmente struggente che i miei genitori hanno chiuso un capitolo della loro vita.
Quando 5 anni fa ho deciso di rimettere una pietra su questa terra, comperando una casa a Lussinpiccolo, intendevo quel forse un po’ banale”ritorno alle radici” che ad un certo punto della vita spinge, talvolta, l’animo umano alla ricerca delle proprie origini e qualità più profonde.
In realtà, ripercorrendo la mia vita, sembra che quest’isola sia sempre stata presente e che forse ora, finalmente, si compia il disegno che da tanti anni si sta preparando.
Probabilmente la mia sensibilità ha catturato un bisogno di risoluzione ed eccomi qua a far pace con questo luogo e a riportare in vita, qui, una cellula di questa mia discendenza.
La famiglia paterna dei Cosulich chiamata volgarmente “la nobiltà dei muri”, per via dei manifesti sulle linee marittime che solcavano i mari oltre oceano, si incontra con la famiglia materna di estrazione molto più semplice, ma che si è distinta negli anni per la sua grande generosità e operosità.
La mia bisnonna, Giuseppina Marco, vedova con 5 figlie, chiese sostegno all’imperatore Francesco Giuseppe il quale le assegnò la rivendita di sali e tabacchi nell’isola di Lussino; a questa attività affiancava di notte una sartoria per i marinai e si narra che per il suo buon cuore alla sera distribuisse un piatto di minestra alle persone più povere del paese. Da qui ebbe inizio per trasmissione materna la tradizione delle “maminke”.
Alcuni sabati fa si è celebrata a Lussinpiccolo la ricorrenza del primo volo in idrovolante, compiuto nel 1926 come inizio della prima linea aerea commerciale in Italia, la SISA (Società Italiana Servizi Aerei) fondata dalla “ Fratelli Cosulich” allora di mio nonno e suoi numerosi fratelli (erano in 20!).
In questa occasione un piccolo idrovolante ha ripercorso la rotta Trieste – Lussinpiccolo ed è ammarato in questa baia atteso e festeggiato da un folto pubblico.
Una mostra fotografica dell’epoca ha arricchito la giornata di ulteriori spunti e conoscenze.
Non avrei mai immaginato che a questo già onorevolissimo tributo alla mia famiglia seguisse il giorno dopo un regalo ancora più grande.
È qui, con il mio primo volo in idrovolante, che la vita reale si confonde con la favola.
Porto nel cuore l’emozione dell’incontro tra il mare e il cielo, l’azzurro totale che avvolge in tondo la roccia bianca e il verde delle pinete.
Staccarsi dal mare in volo, lasciare il blu intenso per immergersi in un azzurro più tenue e leggero, sentire lo spazio dell’aria come potrebbe sentirlo un gabbiano in volo e quel senso di libertà che gli spazi infiniti sanno trasmettere.
Le sensazioni forti dei colori, dei profumi e dei paesaggi che l’isola ti offre sulla terra, mentre cammini sulla roccia in riva al mare o attraversi la macchia, salendo in cielo si fanno più sottili e rarefatte.
L’isola dall’alto è uno spettacolo sorprendente, non si contano le infinite insenature che a terra ti fanno perdere l’orientamento e non credevo di scoprire spazi verdi così estesi e lussureggianti.
La dolcezza dell’ammaraggio nell’acqua calma della baia è stata come un ritorno alla terra attraverso l’elemento primordiale che da sempre ci accoglie come nel grembo materno.
Dopo questa esperienza ogni volta che percorro la riva del porto sullo specchio d’acqua della baia non posso che riprovare questa emozione e la sensazione di una profonda intimità.
Da lassù ho potuto scoprire l’isola in aspetti inaccessibili da terra e godere di una visione di insieme che solo l’altezza consente di allargare.
L’isola contornata dalle sue sorelle mi si è svelata… lembi di terra che riposano adagiati su un mare tranquillo di un azzurro che non esiste nella tavolozza dei colori terreni… la luce del sole riflessa nel mare è una lastra d’oro che definisce, ancor più nel contrasto con la densità scura della terra, la sua preziosità.
Qui la leggenda di Apsirto come origine di questo arcipelago davvero si rappresenta in tutta la sua bellezza e con questa immagine ogni sera chiudo gli occhi e mi abbandono dolcemente al mio riposo.
Grazie piccolo idrovolante…
Grazie principe sconosciuto.
Giovanna Cosulich
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Breve storia della SISA
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La Società Italiana Servizi Aerei (SISA) fu fondata nei primi anni venti. Attiva anche nella formazione dei piloti di idrovolante fu la prima azienda di trasporto aereo passeggeri operante su territorio italiano e la prima a effettuare voli regolari di linea.
Tutto ebbe inizio nel 1921, quando i fratelli Callisto, Fausto e Alberto Cosulich, proprietari della Fratelli Cosulich, importante impresa armatoriale di Monfalcone, già fondatrice e proprietaria del Cantiere Navale Triestino (oggi Fincantieri), acquistarono un vecchio biplano FBA Type H, dismesso dalla Regia Marina, allo scopo di trasportare la clientela di riguardo da Trieste ai loro alberghi di Portorose (oggi in Slovenia), evitandole un lungo viaggio in automobile.
Constatato quanto venissero apprezzate quelle brevi escursioni aeree, i fratelli Cosulich decisero di affiancare alle loro attività turistiche locali anche un’impresa di navigazione aerea. La SISA venne quindi fondata nel 1922 a Lussinpiccolo (oggi in Croazia), con lo scopo di gestire una scuola di volo per piloti di idrovolanti civili e militari, oltre che per effettuare voli turistici tra Venezia e Portorose.
Nel 1924 iniziarono a svolgersi, con una certa frequenza, voli di collegamento tra Venezia e Trieste, che servivano all’azienda per acquisire dati ed informazioni circa i costi ed i mezzi da utilizzare.
Il 1º aprile 1926 viene ufficialmente inaugurata la linea Trieste-Torino-Trieste con un volo dimostrativo di due coppie di idrovolanti, rispettivamente e contemporaneamente in partenza da Torino e Venezia, con i quali si offriva il raggiungimento della destinazione in un solo giorno.
In verità, durante questo primo volo, gli inconvenienti tecnici non mancarono e solamente uno dei quattro velivoli riuscì a compiere l’impresa nel tempo stabilito. Nello stesso anno la linea si arricchì degli scali intermedi di Venezia, Adria, Ostiglia, Casalmaggiore, Piacenza, Pavia e Casale Monferrato.
All’inizio dell’attività della SISA venivano utilizzati quattro idrovolanti “CANT 10 ter” che avevano la possibilità di trasportare 5 passeggeri, oltre al pilota. Per l’attività di scuola venivano impiegati invece i CANT 7 e il secondo prototipo del trimotore CANT 6. Un CANT 7 venne successivamente destinato a servizio di linea.
La cadenza del collegamento era trisettimanale, con scali “a richiesta” nei principali porti fluviali del Po che, sostanzialmente, costituiva il tragitto obbligato. Il prezzo fissato era di 350 lire, e nonostante il costo elevato, l’aviolinea ottenne un notevole successo.
Il 15 ottobre dello stesso anno vennero attivato anche le tratte tra le città di Trieste, Pola, Zara e Ancona, con scalo anche a Lussinpiccolo.
Con il consolidamento e l’espansione delle attività della SISA iniziò anche il rinnovamento del parco velivoli. I CANT 7 per l’addestramento vennero sostituiti dai CANT 18, mentre a partire dal 1928, dopo un impiego a scopo di test sulla tratta Brindisi-Valona, il trimotore CANT 22 iniziò man mano a prendere il posto dei CANT 10.
All’inizio degli anni trenta iniziò la fase di concentrazione delle compagnie aeree italiane e anche la SISA rimase coinvolta in questo processo, venendo assorbita dalla statale Società Aerea Mediterranea, che nel 1931 aveva già acquisito la Società Anonima Transadriatica. La riorganizzazione della SAM portò poi, il 28 agosto 1934, alla formazione dell’Ala Littoria.
Nella relazione finale del 1934, in cui annunciavano la chiusura dell’azienda, il presidente Guido Cosulich e il direttore generale Antonio Maiorana tracciarono un breve consuntivo della SISA, che fino a quel momento aveva totalizzato 12.093 voli e 28.710 ore di volo, percorrendo 4.032.286 km con il trasporto di 59.021 passeggeri, 84.952 kg di posta e giornali, oltre a 947.146 kg di merci varie.
La media di regolarità di linea era stata del 99,42% e la media di regolarità d’orario del 96,88%. Valori eccezionali per l’epoca, resi possibili dal fatto che i voli si svolgevano tutti su acqua – l’Adriatico e il Po – cosa che offriva la possibilità di poter ammarare senza problemi e rischi in qualunque punto delle tratte e in qualunque situazione di emergenza. Un esempio chiarissimo delle formidabili possibilità operative e della sicurezza intrinseca degli idrovolanti.
Dal 1934 la storia della SISA si fuse con quella della principale compagnia aerea italiana, fino al 1940, quando le diverse linee aeree italiane vennero militarizzate, venendo inquadrate nei Servizi Aerei Speciali (SAS).
Dopo la Seconda guerra mondiale, i servizi aerei commerciali ripresero le attività, nel 1947, in seguito al Trattato di Parigi. Alcune compagnie italiane vennero autorizzate al volo e tra queste la SISA, in quei mesi posta sotto il controllo amministrativo degli Forze militari occupanti. La famiglia Cosulich riprese le redini dell’azienda e tentò di risollevarne le sorti acquistando dall’aviazione statunitense sette Douglas C-47 militari, che affidò alle Officine Aeronavali di Venezia per la riconversione al trasporto civile. In tale contesto i Cosulich procedettero alla rimessa in funzione dell’aeroporto “Amedeo duca d’Aosta” di Gorizia e avviarono trattative con gli enti dell’aviazione cecoslovacchi, iugoslavi, greci e turchi per instaurare reciproci collegamenti aerei tra le capitali. La nuova SISA proseguì i suoi servizi fino al maggio 1949, quando venne assorbita dalla Avio Linee Italiane, poi rinominata ALI – Flotte Riunite.
Questo video, che presenta le prime operazioni della SISA, è stato realizzato dall’Aeronautica Militare Italiana.
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Immagini relative alle operazioni della SISA
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Queste sono alcune delle etichette da applicare ai bagagli nei voli della SISA.
Questo è un Cant. 22 in flottaggio a Lussino
Ecco una succinta pubblicità della SISA, che illustra sia la linea per Torino che le linee sull’Adriatico, con sosta a Lussino.
Questa la mappa schematica delle rotte della Sisa verso la fine degli anni Venti.
Qui sotto, un poster del 1927 che mostra le principali rotte della SISA.
Ed ecco un’immagine pubblicitaria dell’Istria, diffusa dall’ENIT. In alto, un idrovolante Cant. 22 della SISA.